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Norcia, ecco perché il Centro progettato da Stefano Boeri non è abusivo

Dopo le tante polemiche per i sigilli ordinati dalla Procura di Spoleto alla struttura progettata dall’architetto Stefano Boeri a Norcia, il Dipartimento della Protezione civile si è espresso.
A cura di Clara Salzano
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Ha fatto molto scalpore la recente notizia del sequestro del Centro Polifunzionale di Norcia progettato da Stefano Boeri. I sigilli alla struttura, nonché l'avviso di garanzia per il sindaco di Norcia Nicola Alemanno e per l'architetto Boeri "ai sensi dell'articolo 321 del codice di procedura penale", sono arrivati in seguito inchiesta per l'ipotesi di abuso del Centro "Norcia 4.0" condotta dalla magistratura inquirente di Spoleto, competente per territorio. L'accusa per il famoso architetto del Bosco Verticale è quella di aver edificato un'opera non temporanea ma permanente, e quindi non compatibile con le norme paesaggistiche di quell'area.

Per l'architetto Stefano Boeri si tratta di "un equivoco". Mentana, che insieme al Corriere della Sera e lo stesso Boeri, si è fatto promotore del progetto, con l'iniziativa "Un aiuto subito", a seguito del terremoto del centro Italia, ha definito l'episodio "Vergognoso" durante il Tg di La7 del 13 marzo 2018. Non solo, secondo Mentana e Boeri, l'opera rispetta i caratteri della temporaneità ma, per la realizzazione del centro polifunzionale, non sono stati utilizzati soldi pubblici ma raccolti attraverso finanziamenti privati e donazioni. Lo stesso lavoro dell'architetto Stefano Boeri è stato prestato a titolo gratuito.

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Il centro polifunzionale di Norcia è stato completato il 30 giugno 2017. Sin dalla sua edificazione, posta lungo la strada principale che conduce fuori dalla città, poco distante dal territorio urbano, Norcia 4.0 è stato usato come spazio destinato alla Protezione Civile, cabina di regia delle emergenze e luogo di accoglienza per la popolazione, in caso di nuove scosse. La struttura si sviluppa su una superficie di 450 metri quadrati e ospita due sale polivalenti (una da 150 posti e una da 70), divise da un blocco servizi centrale. Realizzato in legno e con grandi vetrate, secondo forme e tecniche costruttive rispettose del contesto in cui sorge, il Centro viene utilizzato ancora oggi, quotidianamente, da anziani, associazioni, volontari e sede delle riunioni del consiglio comunale e come centro operativo della protezione civile.

Ieri il Dipartimento della Protezione civile è intervenuto sulla vicenda: il centro polifunzionale di Norcia risponde alla finalità previste dalla normativa. "In riferimento al sequestro del centro polifunzionale di Norcia ed alle diverse opinioni espresse in relazione ai provvedimenti adottati dalla Procura di Spoleto, nell'esprimere piena fiducia nell'operato della Magistratura, il Dipartimento della Protezione Civile può assicurare di avere adottato le misure emergenziali, emanate per fronteggiare le esigenze della popolazione colpita dal sisma, in senso conforme alle norme di legge che le prevedono, in funzione della loro finalità propria e comunque nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento. L'ordinanza n. 389 del 28 agosto 2016 infatti, anche in deroga alle norme urbanistiche e paesaggistiche, prevede la possibilità di realizzare strutture temporanee per assicurare, tra le altre cose, ‘la continuità dei servizi pubblici'".

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Il Centro polifunzionale di Norcia oggi rappresenta un importante centro di aggregazione e di attività di pubblico interesse per la comunità di Norcia. La struttura è stata progettata da Stefano Boeri come un edificio prefabbricato rigorosamente costruito in funzione antisismica e totalmente smontabile in caso di necessità. È per questo motivo che il famoso architetto si dichiara fiducioso e la nota del Dipartimento della Protezione civile si conclude facendo notare che: "Quanto al requisito della temporaneità è utile ricordare come l'Unione Europa, dopo gli eventi sismici de L'Aquila e la realizzazione del Progetto C.A.S.E., ebbe a precisare che per l'attuazione di misure provvisorie dovesse intendersi la realizzazione di strutture suscettibili di un impiego, anche durevole, perlomeno fino al momento in cui le opere di ricostruzione non garantiscano un ritorno alle condizioni precedenti l'evento".

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