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Rem Koolhaas rinnova l’ONU: nuova veste per il Palazzo delle Nazioni Unite a New York

La sala lounge dell’ONU nel palazzo modernista di Le Corbusier e Oscar Niemeyer è la nuova “casa” delle Nazioni Unite, informale e accogliente.
A cura di Clara Salzano
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"Rispettare la monumentalità dell'edificio creando un senso di accoglienza" è stato l'obiettivo che ha guidato il progetto di rinnovamento della sala lounge dei delegati ONU nel Palazzo delle Nazioni Unite a New York. Un team di professionisti olandesi doc (l'architetto Rem Koolhaas, la designer Hella Jongerius, la grafica Irma Boom, e l'artista Gabriel Lester) hanno trasformato completamente l'ambiente, senza rinnegarne la storia.

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Si è riuscito a replicare il miracolo di 61 anni fa, quando Wallace K. Harrison aveva fatto lavorare in armonia tre super architetti quali Oscar Niemeyer, Le Corbusier e Max Abramovitz. L'edificio delle Nazioni Unite a New York, denominato ‘Laboratorio per la pace, risale al 1952, sei anni dopo la fondazione dell'ONU. La torre vetrata da 39 piani di Le Corbusier e il basso edificio curvo dell'Assembly di Oscar Niemeyer sono alcuni dei punti salienti del complesso. E da Rem Koolhaas, grande ammiratore di Harrison (di cui ha scritto ampiamente nel suo libro Delirious New York), era naturale aspettarsi una reinterpretazione filologica della struttura.

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Il nuovo lounge ha un'aria domestica, informale e accogliente. Koolhaas ha cominciato rimuovendo un soppalco che era stato aggiunto nel 1978, aprendo la vista verso l'East River: "Non è limitando l'ampiezza degli ambienti che si ottengono aree più intime. Per quello si lavora con gli arredi, i materiali, i rivestimenti e le partizoni". Hella Jongerius ha infatti progettato due nuovi pezzi per lo spazio, il tavolo Sfera e la Lounge Chair ONU, prodotte da Vitra, che sono accompagnati da sedie Knoll originali. Ha poi aggiunto una tenda di perline realizzate in lana annodata a mano e 30.000 perle di porcellana olandese Royal Tichelaar Makkum, che conferisce calore e morbidezza alla sala.

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Lo scopo dei progettisti era quello di creare uno spazio di comfort e informalità professionale. Il team ha curato attentamente la storia dello spazio, mantenendo alcune degli iconici modelli scandinavi e aprendo una nuova prospettiva sulle opere d'arte già esposte. Divani dai colori pastello e sedie a sdraio per un intervento minimo nel tentativo di massimizzare lo spazio sociale è stata la scelta seguita dalla designer olandese. Jongerius è stata anche responsabile per la tavolozza dei colori: l'aggiunta di un tappeto arancione accanto al viola, tappezzeria blu e verde.

L'accoglienza nella nuova area lounge è all'insegna della tecnologia ma anche della tradizione: una grande parete, interamente ricoperta con 231 e-paper (fogli di carta elettronica), offre ai delegati la possibilità di leggere le ultime notizie in tempo reale; mentre il desk per le informazioni è quello originale, allestito con le sedie di Cahrles & Ray Eams del 1958.

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"Ufficialmente le decisioni vengono prese in aula. In realtà vengono discusse e messe a punto in questa lounge". Innumerevoli colori e pezzi di design storici e attuali, l'uno accanto all'altro per invogliare a sedersi e parlare, hanno reso dunque questo spazio un luogo confortevole in cui lavorare, intimo come stare a casa propria.

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