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Sono gli edifici più belli del 2016: ecco i finalisti del World Architecture Festival

Il WAF è uno dei più importanti eventi di architettura che ogni hanno elegge i migliori edifici del mondo: tra i finalisti anche due architetture italiane.
A cura di Clara Salzano
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Sono più di 340 gli edifici in tutto il mondo che sono stati selezionati come finalisti tra i migliori edifici del 2016 dal World Architecture Festival. Le architetture appartengono di preciso a 58 paesi del mondo e tra questi ci sono anche due edifici in Italia: si tratta del Messner Mountain Museum Corones a Bolzano, e del Centro di aggregazione giovani e anziani a Poggio Picenze, in provincia de L'Aquila. I vincitori del prestigioso premio, tra gli eventi più importanti del panorama mondiale, verranno nominati il 18 novembre 2016 alla presenza di alcuni degli architetti più importanti del mondo. Per la prima volta l'evento di premiazione si svolgerà a Berlino anziché a Singapore e sarà conclusivo di una tre giorni di conferenze e manifestazioni focalizzate sull'architettura internazionale.

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L'Italia è in gara con due edifici: il Messner Mountain Museum Corones a Bolzano è uno degli ultimi progetti realizzati in Italia da Zaha Hadid, l'architetto irachena scomparsa il 31 marzo 2016. Il suo è stato definito il museo nelle nuvole per la sua posizione sul Plan de Corones, a 2275 metri di altezza, al margine del più spettacolare altopiano panoramico dell’Alto Adige. Il MMM Corones è una futuristica struttura museale dedicata all’alpinismo tradizionale. L'edificio progettato da Zaha Hadid, insieme alla vista mozzafiato sulle Alpi, in tutte e quattro le direzioni cardinali, dalle Dolomiti di Lienz a est fino all’Ortles a ovest, dalla Marmolada a sud fino alle Alpi della Zillertal a nord, è parte integrante dell'esperienza del museo. Reinhold Messner, massimo esperto di alpinismo tradizionale, così descrive il Messner Mountain Museum Corones:

Sito a Plan de Corones, tra val Badia, Valdaora e val Pusteria, l‘MMM Corones completa il circuito Messner Mountain Museum, un percorso che si compone di sei musei. Ai margini del più spettacolare belvedere montano del Sudtirolo, dove sorge la singolare sede del museo progettata da Zaha Hadid, si narra la storia dell’alpinismo tradizionale.
Da Plan de Corones, lo sguardo spazia nelle quattro direzioni, spingendosi oltre i confini provinciali: dalle Dolomiti di Linz a est all’Ortles a ovest, dalla Marmolada a sud alle cime della Zillertal a nord. Le vetrate del museo restituiscono le immagini della mia infanzia – le Odle e il Pilastro di Mezzo del Sasso di Monte Croce, l’ascensione più difficile della mia vita – così come i ghiacciai granitici che sovrastano la valle Aurina. All'interno della montagna, il museo ripercorre l’evoluzione dell’alpinismo moderno, i miglioramenti ottenuti nel corso degli ultimi 250 anni per ciò che riguarda l'attrezzatura, i trionfi e le tragedie che si sono consumati sui fianchi delle più famose montagne del mondo, dal Cervino al Cerro Torre al K2, e la rappresentazione delle imprese di noi alpinisti, per quanto contraddittorie esse possano apparire. Come negli altri musei del circuito, l’alpinismo è raccontato attraverso reliquie, citazioni, opere d'arte (dipinti e sculture) e la trasposizione, all'interno dell’MMM Corones, della scenografia montana che lo circonda.

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L'altro edificio italiano finalista al WAF 2016 è il Centro di aggregazione giovani e anziani a Poggio Picenze, in provincia de L'Aquila. Dopo il terremoto del 6 aprile 2009 all'Aquila serviva un nuovo Centro di aggregazione sociale per giovani ed anziani in sostituzione della vecchia struttura di ritrovo che si trovava nel centro storico e che era stata resa inagibile dalle forti scosse. Il nuovo edificio ha cercato di coniugare un'architettura legata al paesaggio abruzzese con una struttura che esprimesse il valore aggiunto della memoria. "L'intento progettuale del nuovo complesso è di rielaborare l'opera il “Grande Cretto” di Burri, eseguita a Gibellina tra il 1985 e il 1989, in seguito al terremoto del Belice (1968)", spiega l'architetto Elisa Burnazzi di Burnazzi Feltrin Architetti. Il nuovo Centro di aggregazione per giovani e anziani dedicato a Poggio Picenze è inoltre dedicato alle tre vittime più giovani tra le persone vittime del sisma aquilano del 2009, ovvero Alena Ajrulai, Loris Cialfi, Valbona Osmani.

Il nuovo Centro di aggregazione recupera molti valori del progetto precedente, ma vuole anche veicolarne di nuovi. Alla volontà di costruire un edificio legato al paesaggio abruzzese, si è aggiunto il valore della memoria. Nel 2011, essendo trascorsi due anni dal terremoto, periodo in cui la società civile italiana ha gradualmente dimenticato quanto accaduto in Abruzzo, l'andamento a zig-zag dei volumi vuole in qualche modo evocare delle ideali crepe, ricordo dell'evento sismico verificatosi. Nel contempo, trattandosi di un edificio rivestito in legno e coperto a verde, il progetto vuole attribuire alla natura una valenza positiva, ispirando nei suoi fruitori una rinnovata fiducia in essa e nell'uomo; i ragazzi e gli anziani si ritrovano assieme in un edificio integrato nel verde, avendo la possibilità di coltivare la speranza nel futuro.

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