Un rifugio di ghiaccio: l’incanto dell’inverno sul Gran Sasso
Sembra una scultura di ghiaccio il rifugio Duca degli Abruzzi che la scorsa mattina ha sorpreso tre escursionisti aquilani (Ivan Argentini, Paolo Boccabella e Emanuele Lattanzi) sul Gran Sasso. Il rifugio Duca degli Abruzzi è un tipico chalet di montagna, in legno, con tetto spiovente e balconcino, di proprietà del C.A.I. di Roma. Posto a 2388 metri sul Monte Portella, il rifugio è raggiungibile solo a piedi dopo una passeggiata di 40 minuti da Campo Imperatore, in provincia dell'Aquila, o di 4 ore da Prati di Tivo, in provincia di Terni. E quando martedì mattina i tre sci-alpinisti aquilani sono arrivati sulla Cresta, hanno trovato il rifugio Duca degli Abruzzi completamente ricoperto di neve. Tutto imbiancato come fosse un'installazione di ghiaccio: se non fosse stato per la sagoma delle porte e delle finestre, dei tubi e della ringhiera del balconcino, era difficile riconoscerlo.
L'incredibile scultura di ghiaccio si è creata per una condizione atmosferica particolare, di freddo, vento ed umidità: si tratta del fenomeno di galaverna, che si verifica quando le temperature scendono sotto lo 0° C, c'è nebbia e si deposita il ghiaccio in forma di aghi, scaglie o superficie continue su oggetti esterni. Le temperatura sulla cime del Gran Sasso in questi giorni hanno raggiunto anche i -20° C. Il rifugio Duca degli Abruzzi era la meta dell'escursione prevista da Ivan Argentini, Paolo Boccabella e Emanuele Lattanzi verso la cima del Corno Grande. L'escursionista Argentini può vedere il rifugio da casa sua e sapeva che era caduta tanta neve negli scorsi giorni ma non avrebbe mai immaginato uno spettacolo del genere: un rifugio innevato, come se fosse una scultura di ghiaccio creata dall'uomo, ma in questo caso l'artista è stata Madre Natura.
Il rifugio Duca degli Abruzzi si trova nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso, a ridosso delle principali vette del massiccio. Lo spettacolo della temporanea scultura di ghiaccio non si verificava da anni, fino a quando Ivan Argentini, Paolo Boccabella e Emanuele Lattanzi hanno potuto ammirare l'inaspettato spettacolo. All'interno il rifugio, superata la coltre di neve, non offre tante comodità. Ci si può pernottare e trovare ristoro per cui è un luogo sempre aperto per escursionisti, alpinisti e amanti della montagna che vogliono godere dell'incantevole paesaggio circostante.