Euroluce 2019, il meglio dell’illuminazione per il prossimo anno
A cadenza biennale all'interno del Salone del Mobile.Milano, Euroluce si conferma un appuntamento imperdibile per gli esperti del settore. Dalla natura, sempre più presente, alla riscoperta del passato, dalle forme scultoree alla sorpresa illuminotecnica, le novità per le lampade presentate ad Euroluce 2019 fissano i principi per le tendenze sull'illuminazione del futuro.
Le tendenze dell'illuminazione, secondo quanto emerso da Euroluce 2019, vanno in due direzioni distinte: da un lato cresce il settore della luce decorativa, di matrice scultorea e artistica, dall'altro c'è l'illuminazione architettonica che si occupa, quasi senza apparire, della qualità degli ambienti. Nei padiglioni della fiera di Milano grande spazio è stato dato alla luce decorativa. Aste, sfere, linee e forme geometriche, volativi e farfalle, hanno sorpreso i visitatori del Salone del Mobile.Milano 2019. Simbolica è la nuova lampada di Andrea Anastasio (“Madre”) per Foscarini, forma cava e ospitante, che evoca la luce nel grembo materno.
Le tendenze
Il riferimento al mondo naturale è il massimo trend di Euroluce 2019. Ne è un esempio la nuova serie di lampade di Catellani&Smith che si rifanno addirittura al sistema solare con cerchi leggeri punteggiati da lenti in silicio a ricoprire 56 punti led, dando vita ad una sfera tanto enorme quanto leggera (“56 Petits Bijoux”). IVY” progettato da Lucie Koldova, cita direttamente il mondo vegetale, con la crescita, in orizzontale o in verticale, di rami degli alberi luminosi. Arturo Álvarez con la sospensione “Aimei” per Calor Color. evoca il fondo marino con piante subacquee o pesci carichi di aculei. Arik Levy crea cristalli grezzi con il vetro e la luce (“Cristal RockRaw” per Lasvit).
Euroluce 2019 segna anche una grande riscoperta del passato. Si riscoprono oggetti di culto quali la lampada “Arenzano a tre fiamme”, disegnata da Ignazio Gardella nel 1963 per Azucena e prodotta oggi da Tato. Le icone del passato sono il pretesto per dare vita a nuove ricerche: è il caso della lampada da tavolo “Libra Lux” di Roberto Menghi (1948), oggi prodotta da Nemo con la “Bird” di Berhard Osann. Simile ad una citazione postmoderna è l'intervento di Marcel Wanders che fa posare farfalle e sbocciare tulipani sulla classica struttura del lampadario muranese (“Adonis” per Barovier & Toso).
Le nuove applicazioni delle fonti LED amplia al massimo la ricerca. Sono sempre più numerosi gli apparecchi luminosi formalmente minimali che raggiungono una notevole resa luminosa. In questa tendenza di riduzione formale ma aumento dell'efficienza rientrano la grande lampada da terra ad arco, con stelo in carbonio, “Mito largo" di Occhio; “Hush” di Massimo Farinatti per Martinelli Luce, con pannelli fonoassorbenti integrati; “XLight” di Michele Reginaldi per Firmamento Milano: una doppia X, alta ben 187 centimetri, con fonti luminose integrate nella struttura sembra quasi una scultura di luce; le lampade portatili “Parrot” e “Salt&Pepper” di Tobias Grau, che funzionano a batterie e possono durare fino a 100 ore; infine “Tube” di Ichiro Iwasaki per Vibia che rappresenta un sistema di illuminazione a soffitto fatto da una rete di tubi giuntabile che conduce ovunque la luce a partire da un unico punto di connessione elettrico.