9 CONDIVISIONI
Milano Design Week 2019

Salone del Mobile.Milano 2019, le tendenze del design per il futuro

Con 386.236 presenze in 6 giorni, si conclude la 58a edizione del Salone del Mobile.Milano che conferma la sua forza attrattiva e la sua grande capacità di coinvolgimento. La Manifestazione rappresenta ogni anno il punto di riferimento per il mondo del design definendo le tendenze dell’arredamento per il futuro. Scopriamo assieme le novità in arrivo.
A cura di Clara Salzano
9 CONDIVISIONI
A Lot of Brasil
A Lot of Brasil
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Ogni anno il Salone del Mobile.Milano si conferma il punto di riferimento per il mondo del design definendo le tendenze dell'arredamento per il futuro. Con 386.236 presenze in 6 giorni, la 58a edizione del Salone del Mobile.Milano afferma la sua forza attrattiva e la sua grande capacità di coinvolgimento. Il Salone del Mobile.Milano rappresenta la cartina tornasole di tutte le tendenze del design che potremo ammirare nei negozi e sulle riviste del mondo intero nel corso del prossimo anno. Scopriamo assieme quelli che sono stati i maggiori trend dell'arredamento emersi dalla 58a edizione di questa Manifestazione:

Arredi universali

Dimenticati il minimalismo e l'arredamento neutro, il Salone del Mobile.Milano 2019 ha consolidato la tendenza dell'arredamento a definire mobili universali, cioè che possano essere accettati sempre da un pubblico variegato e trans-nazionale. Lo è la sedia Atelier, progettata per il Nationalmuseum di Stoccolma da Taf Studio per Artek; la poltroncina “Kay Lounge” disegnata da Jean-Marie Massaud per Poliform e il divano “Trigono” di Michele De Lucchi per Alias, che rieditano il design danese; “Tusa”, la poltroncina prodotta da Zanotta e disegnata da Rodolfo Dordoni. Si può parlare di poetica semplicità che contraddistingue anche la riproduzione di alcuni arredi storici, in specie quelli viennesi dell’inizio del XX secolo.

Riedizioni

Continua la ricerca e lo studio di pezzi dimenticati del passato che valga la pena riportare in produzione. Il 2019 è l'anno del centenario del Bauhaus per cui era inevitabile che molte aziende dedicassero la loro produzione ad alcuni pezzi iconici del movimento di Weimar-Dessau come la poltrona “Lullaby” di Nicola Gallizia per Porro oppure gli arredi Knoll di Mies van der Rohe; l’iconica sedia CH30, disegnata da Hans J. Wegner nel 1954, la poltroncina “Contour” (1949) di Børge Mogensen, prodotte da Carl Hansen&Son. La 58a edizione del Salone del Mobile.Milano ha registrato un forte interesse per la Danimarca e la reinterpretazione del suo design. Così Fritz Hansen ha rispolverato l’eredità dell’americano Paul McCobb, non più editato dagli anni ‘60 e ha lavorato con Jaime Hayon sulle figure classiche del design danese degli anni ‘50, nello specifico di Hans Wegner e Finn Juhl.

Il nuovo

Tra le novità del 2019 emerge il neo-primitivo, che consiste nell'uso per gli arredi di pietre di provenienza e testura particolare, legni grezzi e pesanti, tessuti filati a mano (come tricoté), cemento colorato con pigmenti e finito a cera. Ne è un esempio Next, la classica sedia a schienale continuo forato realizzata da Paola Navone per Gervasoni.
Il ricorso all'oro accomuna le varie tendenze. Sono consentite tutte le sfumature del prezioso metallo: dall’ottone invecchiato al luccicore più deciso, dalla foglia stesa a mano alle verniciature da carrozzeria.

Se il design indoor ha visto poche cime di originalità e incrementi, il design outdoor ha conosciuto quest'anno una vera e propria impennata. Aziende storiche come Flexform propongono intere collezioni per l'esterno. E la convivenza indoor-outdoor è sempre più frequente con arredi adatti sia all'interno che all'esterno della casa o con pezzi dai chiari riferimenti naturalistici, ispirati dalla cultura del wallpaper, con macro pattern vegetali, come palme e ficus che sembrano introdurre negli ambienti abitati l’illusione di una natura incontaminata. Ne è un esempio, “Wanderlust” di Marcel Wanders per Londonart.

L'omaggio a Mendini

A pochi mesi dalla scomparsa di Alessandro Mendini, era d'obbligo un omaggio al caposcuola
assoluto di un design made in Italy di altri tempi. Così A lot of Brasil fa una collezione di panche “Amazonia”; William Sawaya, per Sawaya&Moroni presenta le credenze decorate a tarsie optical in polipropilene, intitolate “Alessandro I”, “Alessandro II” e “Alessandro III”; Caimi Brevetti, su disegno di A+B Dominoni Quaquaro, realizza la “Pinna”, protuberanza zoomorfa da parete o soffitto, prodotta in tessuto anacustico; e Andrea Ruggiero immagina per Offecct una foresta di colonne (imbottite), “Soundsticks”, da utilizzare come originali divisori spaziali.

La rivoluzione

La vera rivoluzione 2019 non riguarda tanto gli arredi nell'accezione di pezzi singoli, di oggetti, bensì concerne le superfici. Si è diffusa “un’estetica delle superfici”che supera i materiali più tradizionali e consolidati, come il marmo bianco di Carrara o il legno di Rovere rigatino, con un proliferare di vene, brecce, macchie, ossidazioni, innesti, intarsi delle finiture. Si riscoprono così vecchie tecniche di lavorazione artigianali e realizzative come in una “bottega rinascimentale trasportata negli anni 3000”, dal recupero di vecchie cave e di essenze lignee dimenticate a materiali della tradizione quali, ad esempio, il rattan. E così, anche una materia antica come il legno, può guardare verso nuovi orizzonti e infinite direzioni.

9 CONDIVISIONI
20 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views